Papua
PROGETTO
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Dicembre 2001
SOVVENZIONAMENTO CORSO DI INSEGNANTI IN PAPUA
Beneficiario è stato il salesiano don Panfilo neo eletto Vescovo in una diocesi dell’isola di Papua.
Tale progetto è stato sovvenzionato mediante lo spettacolo di magia al teatro San Barnaba a Brescia.
Sono stati inviati 7776, 85 Euro.
Leggi giornalino n 19, pagina 2:
Thailandia
maremoto_Salesiani_Madras.pdf
2005
Emergenza maremoto.
In occasione dell'emergenza "Maremoto", la Fondazione si è prodigata immediatamente per una raccolta fondi a vantaggio della ricostruzione in Tailandia e Sry Lanka (ricostruzione scuole).
Referenti dei progetti sono state le comunità missionarie salesiane residenti in loco e il VIS in Italia.
In totale si sono raccolti 25.000 Euro.
In tale occasione è stato realizzato un numero speciale del giornalino.
http://www.sales.it/maremoto_Salesiani_Madras.pdf
http://www.sales.it/giornalino/suppl30.pdf
Sri Lanka
Ricostruzione di casette nel villaggio di Batticaloa in Sri Lanka.
SUMMARY OF CONSTRUCTION OF THE HOUSE | |||||
EXCAVATION |
95,475.00
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CONCRETING |
165,380.00
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MASONRY WORK & VAPOUR BARRIER |
145,123.00
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ROOF WORK / ROOF PLUMBING |
150,870.00
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METAL WORK (Timber work) |
135,530.00
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WALL/FLOOR/CEILING FINISHES |
137,432.00
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PLUMBING & SANITARY FITTINGS |
65,750.00
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ELECTRICAL WORK |
85,475.00
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PAINTING |
68,050.00
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MISCELLANEOUS |
49,708.00
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Total
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1,098,795.00
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Progetto Pakistan (Estate 2010)
Un disastro senza proporzioni, senza precedenti. Le cifre sono enormi.
Alla fine 14 milioni di persone sono state colpite dalle recenti alluvioni. 14 milioni di disperati. Alle vittime delle piogge monsoniche, si aggiungono di ora in ora gli effetti mortali delle frane. Per gli aiuti umanitari è una corsa contro il tempo. La pioggia, in queste ore, è particolarmente intensa nel nord della valle di Swat, provincia di Khyber Pakhtunkhwa, in Pakistan. La regione, a vocazione agricola, è stata danneggiata dalle inondazioni. Il fiume Swat è esondato e 22 ponti dello stesso corso d’acqua sono stati inghiottiti dalla furia delle acque che stanno scorrendo giù verso i fiumi Kabul e Indo. Per l’Alto Commissariato per i rifugiati c’è carenza di cibo e medicine. Mancano l’energia elettrica e il gas. L’acqua potabile non è disponibile: i pozzi sono pieni di fango. Anche la capitale del Pakistan, Islamabad, è sommersa da piogge scroscianti.
Indicando come causale: PAKISTAN
Pakistan
SITUAZIONE
A motivo dell’emergenza della guerra in Afganistan, si è cercato di aiutare la nuova missione salesiana a Quetta in Pakistan, dove confluivano numerosi profughi.
Responsabile del progetto: il missionario salesiano don Pietro Zago.
Le offerte sono state raccolte in seguito ad un grande spettacolo dei “Magiciens sans frontieres” a Brescia il 27 – 10- 2001. Organizzatrice della manifestazione: Laura Ghidini.
- Informazioni su archivio manifestazioni:
- Informazioni su giornalino:
INDIRIZZO MISSIONARI (2001)
- Missione Salesiana
Don Pietro Zago
Don Bosco Center
Samungli Road, P.O. Box 322
Quetta 87300
Pakistan
- Family Educational Services Foundation
P.O. Box 1055
Room 508
Regal Trade Square Bidg.
Saddar Karachi – 7422 - Pakistan
PROGETTI
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Novembre 2001
CIBO E MEDICINALI PER I PROFUGHI AFGANI IN PAKISTAN
In seguito allo spettacolo sono stati inviati Euro 10329,14, per l’acquisto di generi di prima necessità: cibo e medicinali.
Leggi giornalino n. 20 – 2° pagina:
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Novembre 2002
AIUTO A BAMBINE SORDOMUTE IN KARACHI
L’aiuto consistente in 3046 Euro è stato donato alla “Family Educational Services Foundation.
Un gruppo di missionari laici che operano in Karachi per il recupero e inserimento di ragazze sorde, anche mediante rappresentazioni teatrali e claunesche.
Nepal
SITUAZIONE
Ancora oggi per chi discende , via aerea, in Pakistan o in Birmania è sottoposto a numerosi controlli doganali. Il Nepal a trent'anni di distanza dalla nascita dell'eden della liberalizzazione delle droghe fumate da migliaia di giovani yippy nella piazza delle erbe di Kathmandu, suscita ancora oggi, controlli e paure… anche se sono pochissimi i giovani che migrano dai paesi occidentali alla ricerca di tali paradisi.
Oggi il Nepal, uno dei pochi paesi al mondo che non ha mai subito una guerra violenta, è meta di molti turisti, affascinati dalla visione dei templi buddisti e induisti, caratteristici con le loro cupole a panettone o a punte aguzze.
Interesse notevole è anche il viaggio verso il Tibet o l'acquisto, a buon mercato di un tappeto tibetano o di una pietra preziosa. Se la capitale Kathmandu, gode di un discreto benessere, non si può dire altrettanto per il resto del paese, sprofondato in una situazione di estrema povertà e miseria: mancanza di cibo, di medicine, di igiene, soprattutto presenza di una cultura legata alla superstizione e al fatalismo.
La regione più povera sembra essere quella del Tarai al confine con l'India, terra di nascita del Budda… l'unico motivo di vanto contro una situazione economica e sociale in piena disperazione.
INDIRIZZO REFERENTE
- Sanu Maharajan Goldhunga
V.D.C. N.° 5 Goldhunga, Nagarjung
Balaju – Kathmandu - Nepal
PROGETTI
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Febbraio 1999
RACCOLTA FONDI PER LA DISTRIBUZIONE DI UN BICCHIERE DI LATTE AL GIORNO AI 400 BAMBINI DELL'ORFANOTROFIO DI BALMANDIR IN KATHMANDU (totale raccolto: 3.000 dollari dati per l'anno 1999. La somma è stata raccolta mediante l'aiuto di vari benefattori e con il contributo di spettacoli di prestigiatori di Milano e di Roma).
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Settembre 1999
TARAI: RACCOLTA DI FONDI PER DISTRIBUZIONE DI VITAMINA B A 15.000 BAMBINI COLPITI DA MALATTIE DI DISSENTERIA
Totale distribuito: 17057,34 Euro - operazione completata nell'anno 1999. La somma verrà raccolta mediante l'appello lanciato dal mago Sales durante la trasmissione televisiva del Maurizio Costanzo Show.
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Marzo 2001
COSTRUZIONE DI UN DISPENSARIO IN KATHMANDU
Inviati 11153,54 Euro. Contributo raggiunto con la vendita dei giochi di magia della casa magica della Fondazione.
Per foto e relazione sul progetto vai a
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Inizio 2001
ADOZIONI A DISTANZA
L’aiuto viene dato attraverso la casa salesiana a Kathmandu.
India
SITUAZIONE
L'India con il suo fascino, ma con le sue contraddizioni di sempre; con la sua storia millenaria, ma con la cronaca triste di fame, di malattie e di stenti di ogni giorno; con i suoi personaggi che l'hanno amata e resa famosa al mondo (da Ghandi a Madre Teresa), ma anche con le sue tristi storie di sangue…
L'India di ieri, l'India di oggi è senz'altro il paese che ognuno di noi vorrebbe visitare. Non è quindi un caso che proprio l'India sia la regione non europea nella quale si è sviluppata più rapidamente la Società Salesiana. Oggi la Famiglia Salesiana conta nel sub continente nove Circoscrizioni e sei Ispettorie.
I primi Salesiani arrivarono nel paese ottant'anni fa e presero dimora al sud, nella diocesi di Madras. Di li si diffonderanno presto in tutto il territorio dall'Imalaia alle coste dell'oceano indiano… e Calcutta, zeppa di giovani poveri e abbandonati, diventerà la città più amata dai Salesiani. Proprio qui l'associazione Mago Sales ha tantissime adozioni a distanza.
INDIRIZZI MISSIONARI (2003) - P. Anthony Thaiparambil - P. Verzotto Joseph ( Progetto motoretta) - P. D’Souza Barbane - Missionarie della carità (Suore di Madre Teresa) - P. Aymanathil Joseph (progetto case) |
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NOTIZIE SULL'OPERA SALESIANA DON BOSCO ASHALAYAM
Kanu ha 12 anni, occhi vispi, sorriso aperto. Ti guarda con grande curiosità. Se gli chiedi da dove viene, risponde che la sua casa è sempre stata la strada. Ha i genitori, ma non sa bene dove stiano. Forse ha fratelli e sorelle, ma anche di loro non ha notizie da molto tempo. Amici, invece, ne ha tanti. Sono tutti i ragazzi che affollano Howrah, la stazione centrale di Calcutta. Saltellano tra i binari, girano per le strade facendo qualche lavoretto per sopravvivere, raccolgono vetri e stracci. Quasi tutti sono fuggiti. Dalla separazione dei genitori, da una madre che si prostituisce, da un padre alcolizzato. Qualcuno fugge semplicemente per cercare la libertà. Ma da qualche mese Kanu non abita più tra i binari, ha trovato una casa vera: l'Ashalayam Don Bosco, la Casa della Speranza, alla periferia di Calcutta.
PADRE ANTHONY
La storia di questa casa per i ragazzi di Calcutta incomincia 14 anni fa, quando un salesiano indiano, padre Anthony Thaiparambil, che lavora nelle carceri minorili, si accorge che molti ragazzi che arrivano in prigione, provengono proprio dai binari delle stazioni ferroviarie. Incomincia ad andare là ogni giorno. Li osserva, li ascolta, scopre che hanno solo un grande bisogno di affetto. Alcuni necessitano anche di cure mediche, piccole medicazioni, un cerotto, una garza...Così, nel gennaio 1986, padre Anthony trova una baracca nel centro di una bidonville, dove abitano i più poveri tra i poveri e vi si stabilisce. Quella baraccopoli è diventata poi famosa con il libro e il film "La città della gioia".
UNA CASA VERA
A poco a poco i ragazzi fanno amicizia con padre Anthony. Lo vanno a trovare. Incominciano a fermarsi a mangiare e dormire. Vorrebbero restare lì tutto il giorno. Padre Anthony chiede a tutti di contribuire alle spese facendo piccoli lavori di artigianato, versando qualcosa per la mensa. Così insegna loro un lavoro, insegna a guadagnare e a mettere da parte un po' di soldi. In un primo tempo i binari diventano anche la scuola dove padre Anthony insegna a leggere e a scrivere. Così i ragazzi capiscono che per avere un futuro la strada non basta, ci vuole cultura, conoscenza di un mestiere. Così chiedono di frequentare la scuola regolarmente. Un giorno padre Anthony li accompagna a visitare un istituto tecnico. I ragazzi rimangono a bocca aperta, estasiati dalla bellezza dei macchinari. I più grandi chiedono di imparare.
LIBERI DI ANDARE, LIBERI DI TORNARE
La baracca è la prima di molte case. Oggi sono venti. I ragazzi di Calcutta vi abitano e trovano un'alternativa importante alla strada. La porta delle venti case dell'Ashalayam è sempre aperta per i ragazzi. Tutti possono entrarvi, abitarvi, andare alla scuola del quartiere. All'interno della casa si preparano vari lavori di artigianato. Su ogni lavoro c'è un'etichetta che dice: "fatto dai ragazzi del Don Bosco Ashalayam", un progetto per i ragazzi della strada, che non tiene in nessun conto la casta, il credo o il sesso. I profitti della vendita andranno direttamente in un conto che raccoglie i risparmi e che permetterà ai ragazzi, un domani, di costruirsi una casa con le loro mani e di diventare parte integrante della società. Ma chi vuole può andarsene, in ogni momento. Ognuno può decidere di tornare a saltare tra i binari, a rubacchiare per sopravvivere. Le porte sono aperte. La libertà è un grande valore. I ragazzi lo imparano facendone l'esperienza.
AMICI
Kanu sa bene che è libero, che può andarsene quando vuole. E lui ogni tanto scappa. Ma torna sempre. Perchè qui trova padre Mathew e Christiane, una volontaria svizzera. Trova William, un volontario indù che ha dedicato la sua vita a questo progetto. Trova Paola, un'italiana che vive a Calcutta e gli fa un po' da mamma, controlla i compiti, lo incoraggia, lo sgrida anche... Così, quando Kanu scappa, torna sempre. Come gli altri 70 bambini del centro, anche lui va a scuola la mattina. Il pomeriggio gioca o fa cornici di carta. Altri lavorano in stamperia, altri dipingono a mano o lavorano il cuoio. Tutti contribuiscono alla pulizia del centro, al riordino delle stanze, dei laboratori, dei bagni, danno una mano in cucina.
SOLO UNA GOCCIA?
Il centro di Ashalayam, la Casa della Speranza, è solo un piccolo intervento, tra i tanti che sarebbero urgenti per salvare i 100.000 ragazzi che, secondo l'UNICEF, vivono per le strade di Calcutta. Ci sono volontari che vanno ogni giorno nelle stazioni e per le strade, chiacchierano con loro, giocano, fanno un po' di scuola. Li invitano nei centri, dove possono trovare qualcosa da mangiare, oltre che ascolto, affetto e consigli. Così capita che, se qualcuno è semplicemente fuggito di casa, ci ripensa e spesso ritorna in famiglia. Chi non ha nessuno, invece, trova qui una famiglia e ricomincia a vivere. C'è anche una fattoria in campagna, adibita a struttura per gli handicappati. Oggi l'Ashalayam Don Bosco, nei suoi venti centri, accoglie 360 ragazzi tra i 5 e i 18 anni. In strada ne segue più di 1500. Certo, non è un lavoro facile. I risultati non sono sempre incoraggianti: solo 41, sino ad oggi, sono riusciti, una volta maggiorenni, a comprarsi un lotto di terreno, 27 hanno una casa propria, 16 si sono sposati. Ma padre Anthony, quando qualcuno gli dice che il suo progetto è come una goccia nell'oceano, risponde: "No, non nell'oceano, una goccia nel deserto. A cui si aggiungono, man mano, tante altre gocce".
PROGETTI
- Inizio 1996
ADOZIONI A DISTANZA
La Fondazione segue le adozioni a distanza in numerose case salesiane del distretto di Calcutta: Berhampore , Calcutta Mirpara, Joypur, Krishnagar - Iniziato nel 2000
AIUTO A BAMBINI E RAGAZZI DEL CENTRO CITTÀ DELLA GIOIA IN CALCUTTA (leggere storia precedente di Padre Anthony).
Leggi giornalino n 27, pagina 2:
Tale aiuto viene offerto praticamente ogni anno. Nel 2003, si è donato l’intero incasso del musical su Madre Teresa a Brescia, organizzato dalla solerte Laura Ghidini. Somma donata in tale occasione: 8010,33 Euro.
Leggi giornalino n. 27, pagina 8:
- Ottobre 2001
ACQUISTO MOTORETTA:
- una singolare richiesta per una grande necessità. Ora il portinaio della casa madre dei Salesiani a Calcutta, può compiere più velocemente le numerose commissioni per la caotica città. Merito di uno spettacolo del mago Sales. Costo 797, 93 Euro. Basta poco per donare e rendere felice una persona.
Foto su giornalino:
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Iniziato nel 2000
AIUTO A BAMBINI E RAGAZZI DEL CENTRO “SHELTER FAMILY” IN BOMBAY
Anche in questo caso l’aiuto viene offerto ogni anno, soprattutto ad opera dei ragazzi del liceo Enrique di Lissone (Mi), che, all’inizio dell’anno scolastico, devolvono volontariamente un’offerta, a vantaggio di tale opera.Consulta il sito:
Leggi giornalino n. 20, pagina 2:
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Dicembre 2003
AIUTO ALL’OPERA DI MADRE TERESA IN CALCUTTA.
Euro 10010,33.
Leggi giornalino n. 2, pagine 4 -5:
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Maggio 2003
RICOSTRUZIONE CASE DOPO IL DILUVIO
Inviati fino ad ora (dicembre 2003) 3884 Euro: Costruzione di 10 case (400 dollari l’una)
Leggi il giornalino n. 28
Cambogia
Notizie generali anni 1998 - 2000
La Cambogia ha una storia recente e riassume tutto ciò di negativo che può patire un essere umano: un genocidio messo in atto dai cambogiani stessi negli anni '70; la presenza invadente dei vietnamiti per tutti gli anni '80; un colpo di Stato riuscito negli anni '90.
Alcuni dati sono sufficienti a far comprendere la Cambogia di oggi: 11 milioni di abitanti di cui l'85% vive nelle zone rurali e produce un reddito che non copre nemmeno il proprio fabbisogno; la forza lavoro attiva occupa secondo le stime più recenti il 40% della popolazione; il 75% delle persone che lavorano sono impegnate nell'agricoltura; la parte restante nei servizi è solo una percentuale minima nell'industria. Meno del 10% della forza lavoro è salariata.
L'analfabetismo riguarda circa il 65% della popolazione compresa tra i 15 ed i 19 anni; tra i giovani che terminano la scuola elementare circa il 90% non prosegue gli studi in quanto ha bisogno di lavorare per sopravvivere. Negli anni seguenti gli anni '70, vari tentativi di ricostruzione culturale sono stati portati avanti, ma senza solide fondamenta le cose intentate sono sempre state occasionali e senza alcuna sinergia.
Da ricordare inoltre che la Cambogia è la Nazione al mondo che ha la più alta percentuale di handicappati fisici per scoppio di mine, è annoverata tra le dieci Nazioni più povere al mondo e più del 20% delle famiglie ha una donna come capofamiglia. Da sottolineare l'emergenza AIDS che sarà a breve la causa principale dei decessi, e il fatto che l'attesa di vita media non supera i 50 anni. La Nazione non ha una struttura sanitaria (nella capitale ad esempio esiste una sola ambulanza che dovrebbe servire oltre un milione di abitanti) e le malattie, nonché i decessi causati dalla malnutrizione sono in percentuale altissima.
La Cambogia sta ora ricominciando la sua storia, dopo decenni in cui le atrocità e le distruzioni sono state all'ordine del giorno. Un aspetto da sottolineare sono le violenze perpetrate all'epoca del regime di Pol Pot contro il corpo insegnanti: tutti gli esseri umani sono uguali quindi nessuno deve ricevere un'istruzione, per coltivare la terra questa non è necessaria. Su questa credenza il regime ha portato a termine l'uccisione di chiunque svolgesse attività di insegnamento, ha operato la distruzione di tutti i libri di testo ed ha intentato l'eliminazione di tutte le tracce di cultura diverse da quelle del regime stesso. Da non dimenticare che questo genocidio ha causato la morte di più di tre milioni di cambogiani e la fuga fuori dai confini del Paese di circa un milione e mezzo di persone.
La struttura scolastica locale è praticamente inesistente e dove esiste è del tutto inadeguata: gli insegnanti ricevono salari molto bassi che non li incentivano a mantenere il posto di lavoro. Il loro stipendio infatti si aggira sui 10 dollari al mese. inoltre hanno una preparazione in molti casi molto bassa, alcuni sanno a malapena scrivere, e nessuna conoscenza specifica riguardo le tecniche di insegnamento.
NOTIZIE DELL'OPERA SALESIANA
I salesiani vi giunsero nell'estate del 1990, quando ancora la guerra era nell'aria e nessuno avrebbe dato un soldo bucato per il coraggio di un prete belga Don Visser che sfidò tutti nel comperare dal governo un appezzamento di terreno alla periferia della capitale. "Vedrai che presto te lo confischeranno, secondo il principio dell'economia collettivista. A più di dieci anni da quel contratto, i salesiani gestiscono, ora, la più grande scuola della nazione. Ad inaugurarla, sarà proprio il primo ministro dei Khmer Rossi allora al potere. Attualmente i Salesiani operano in Cambogia attraverso la DON BOSCO FOUNDATION OF CAMBODIA con un progetto di Vocational Training; questo consiste in un piano volto a dare un'assistenza all'educazione della gioventù locale povera e con situazioni familiari travagliate. Oggi nel territorio cambogiano sono già attivi i seguenti centri: 1. 2 scuole tecniche di preparazione alla professione; 2. 4 centri di addestramento per ragazzi; 3. 2 scuole di orientamento professionale rivolte alle ragazze 4. 1 centro di Alfabetizzazione dedicato ai ragazzi che vivono nelle fornaci. La don bosco child foundation, allo stato attuale sostiene circa 2500 ragazzi impegnati in una trentina di scuole.
Missione Salesiana
Missionario: Jhon Visser
Don Bosco Foundation Of Cambodia
P.O. Box 47
Phnom Penh - Cambogia
PROGETTI
- inizio: anno 1996
ADOZIONI A DISTANZA
L'associazione ha numerose adozioni a distanza, attraverso l'opera dei Salesiani a Phnom Penh. Il progetto delle adozioni si chiama Don Bosco children fund, ed ha la finalità di aiutare le famiglie che mandano a scuola i propri bimbi.
Ulteriori chiarimenti:
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GIUGNO 2003
BICICLETTE PER BAMBINI CAMBOGIANI
Fino ad ora (dicembre 2003) sono stati donati 9035,74 Euro, pari a 300 biciclette (30 Euro l’una)
Il progetto continua tutt’ora
Per informazioni leggi sul sito:
- Giugno 2001
Formazione di insegnanti nel programma più vasto di vocational training
Sono stati inviati l’equivalente di 12911,42 Euro
Lettera ringraziamento di Roberto Panetto (missionario in Cambogia)
Carissimo D. Silvio, Mago Sales,
desidero esprimere il piu' sentito ringraziamento per il generoso contributo di ben 25 milioni offerto alla nostra missione salesiana in Cambogia.
Come sai la presenza salesiana in Cambogia compie 10 anni. Abbiamo iniziato, infatti, in maggio 1991. Dal piccolo seme gettato in un orfanotrofio governativo e' cresciuto un albero rigoglioso. I primi 60 studenti sono ora sul migliaio e il primo centro di formazione tecnica si e' trasformato in ben 4 scuole salesiane con presenze a Phnom Penh, Sihanouk Ville (230 km sud-ovest della capitale), Battambang (300 km a nord) e Kep (180 Km a sud-est).
Don Bosco sta diventando sempre piu' cambogiano. Il futuro e' nella gioventu' locale. Per questo desideriamo orientare la tua generosa offerta per la preparazione di insegnanti cambogiani che intendiamo mandare all'Istituto Tecnico Statale (Politecnico). Questo ci permettera' di avere degli insegnanti qualificati in grado di portare avanti le due scuole tecniche di Phnom Penh e di Sihanouk Ville che attualmente accolgono oltre 700 allievi ed allieve.
I corsi tecnici consistono in 2 anni e mezzo, 5 quadrimestri, di scuola serale, al termine dei quali i nostri istruttori riceveranno un diploma di "Insegnanti Tecnici". Questo diploma abilitera' ufficialmente, col riconoscimento del ministero della Pubblica Istruzione, i nostri insegnanti all'insegnamento tecnico professionale.
Saro' lieto di mandarti presto altre informazioni sull'andamento del progetto.
Per ora un vivo ringraziamento a te e a tutti i benefattori che hanno collaborato a questa generosa iniziativa.
A tutti assicuro il nostro ricordo nella preghiera sia dei cattolici che dei buddisti che regolarmente pregano per chi ci sostiene.
Un caro saluto.
Aff.mo Fratel Roberto.
Leggi sul giornalino n. 15:
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2004: PROGETTO MUCCA E CHIOCCIA
Il progetto è presentato dal racconto di Natale di Bruno Ferrero: "Mariarosa e Serafina"
E prevede l'acquisto di mucche e galline per gli abitanti dei villaggi, dove l'influenza diaria e la mucca pazza ha decimato i già poveri allevamenti di bestiame.
Il progetto è ancora attuale.
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2005: PROGETTO CHIOCCIA
A seguito del viaggio del mago Sales con Marco Berry e del realativo servizio televisivo della Iene su Italia1, è iniziato il grande progetto: "liberazione bambini di fabbrica".
Il servizio è visibile nella pagina dei filmati ed è stato realizzato a Poipet e Battambang.
Attualmente sono stati liberati dal lavoro minorile 280 bambini ed è stato assicurato a loro una continuità nella scuola per 4 anni.Referente del progetto è la comunità salesiana della Cambogia nella persona del missionario laico Roberto Panetto.
Il progetto continua tutt'ora e diventa di primaria necessità.
Bangladesh
Non tutti i maghi vengono per nuocere… soprattutto se sono preti e missionari. E’ questo il caso di Padre Mantovani, pure lui, come Mago Sales: prete, missionario e mago.
L’amicizia con il mago Sales è nata molti anni fa, in Italia, durante un raduno di prestigiatori.
E’ quindi naturale che segua un aiuto e una collaborazione.
Padre Mantovani è un religioso e vive attualmente in Bangladesh, uno dei paesi più poveri del mondo.
La nostra Fondazione da un aiuto materiale per sostenere le spese di una fabbrica in cui lavorano essenzialmente donne ( ricamo di tovaglie e tessuti).
PROGETTO
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Ottobre 2002
AIUTO PER FINANZIAMENTO FABBRICA DI RICAMO
Sono stati inviati 3.002,58 Euro
Biciclette per i bimbi della Cambogia
BICICLETTE PER I BAMBINI DELLA CAMBOGIAIl coordinatore del progetto e Padre John Visser, missionario in Cambogia. Con lui abbiamo numerose adozioni a distanza.
Proprio per venire incontro all’esigenza dei vari bambini da noi adottati, che vivono nei villaggi della foresta, distanti parecchi chilometri dalla scuola, è nato questo singolare progetto: “Una bicicletta per una bambino che vuole andare a scuola”.
Per un bambino del terzo mondo avere una bicicletta non significa solo divertimento.
Avere una bicicletta, per gli abitanti di molti piccoli villaggi, significa possedere un’importante mezzo di trasporto per andare a scuola e per raggiungere i centri più popolosi, dove trovare assistenza, cibo e servizi.
Ecco perché è importante sostenerne l’acquisto: nella maggioranza dei casi sono l’unico mezzo di trasporto possibile.
Il costo per noi è irrisorio: 30 Euro a bicicletta. Una goccia per molti di noi. Ma un sogno, per molti bambini cambogiani. Realizziamo questi sogni e faremo felici un bimbo e noi.
Borsa di studio in Palestina
IL VECCHIO, IL SUO ASINO E UN GATTO
Il vecchio e povero Eliseo viveva in una casetta diroccata insieme al suo asino, anche lui vecchio e un po’ spelacchiato. Eliseo non aveva più la forza di coltivare il suo orticello, che pure un tempo sostentava lui e la sua famiglia. Si contentava di raccogliere i pochi frutti e le olive che i suoi alberi generosi ancora gli regalavano e le rape e le fave che spontaneamente nascevano nel terreno un tempo ben coltivato. Il vecchio divideva tutto con il suo asino. La povera bestia amava il suo padrone e lo guardava con i suoi grandi occhi mansueti. Da molto tempo non era più legato dalla cavezza ed era libero di andare e venire, ma passava tutto il tempo nella minuscola stalla, dove nelle serate fredde si sedeva anche il vecchio Eliseo per dividere un po’ di calore con l’asino. Ogni mattina, Eliseo legava un’anfora sul dorso dell’asino, che trotterellando tutto solo, andava a riempirla ad una cascata del torrente dove un tempo c’era un mulino ad acqua e che sembrava essere fatta apposta per lui. Quando tornava pestava forte gli zoccoli sulla strada e ragliava sgraziato e gioioso per annunciare il suo arrivo. Togliendogli l’anfora dalla groppa, Eliseo lo accarezzava con le sue mani rugose. L’asino socchiudeva gli occhi e sbuffava leggermente dalle froge come facesse le fusa. Eliseo e il suo asino malgrado tutto erano felici di stare insieme. Tuttavia quando si avvicinò il Natale, dopo un pranzo a base di fogliame e radici, Eliseo, pieno di tristezza disse al suo asino «Sei proprio sventurato ad avere un padrone malandato e misero come me. Questa notte sarà la Santa Notte di Natale e io non ho neanche una manciata di paglia e foglie secche da offrirti. Dovrai accontentarti di qualche radice dura e amara, come tutti i giorni della nostra povera vita. Faresti meglio ad andartene. Vai a cercarti un altro padrone, lascia stare me. Sei ancora robusto e sei sempre stato un gran lavoratore. Troverai certamente un padrone più giovane e più fortunato, che ti offrirà fieno e paglia e una stalla senza spifferi». Ma come sempre, l’asino guardò il vecchio padrone con i grossi occhi miti e gli strofinò affettuosamente il muso ruvido contro il petto. Il più terribile dei gatti Quella sera faceva il suo consueto giro di perlustrazione anche il gatto Mimì, che era il più brutto dei gatti della regione. Aveva la coda spelacchiata e il pelo arruffato, un orecchio mozzato e una cicatrice sul muso che gli dava un’aria piratesca. Era il gatto randagio che tutti conoscevano e temevano. Perché Mimì era il più rapido e il più astuto dei felini rapinatori. Sembrava nato per rubare. Rubava nelle capanne e nelle dimore dei ricchi, rubava al mercato e nelle cantine, nelle cucine delle osterie e delle case. Era il terrore delle massaie che lo inseguivano brandendo mestoli e scope, mentre gli uomini cercavano di farlo a pezzi con scuri e coltellacci. Si era bruciacchiato, ferito, contuso, ma niente gli aveva impedito di continuare a correre. Mimì, gatto ladro e cacciatore, perché anche topi e uccellini non erano mai al sicuro con lui. Per la notte di Natale, da tutte le case si diffondevano nell’aria profumi stuzzicanti che provenivano dalle tante delizie preparate per il cenone. E tutti, ma proprio tutti, montavano la guardia e tenevano porte e finestre ben chiuse per impedire a Mimì di piazzare uno dei suoi colpi. Mimì girava per le strade, rasente i muri, quasi invisibile, ma cominciava a innervosirsi. Per la prima volta sentiva i morsi della fame. Tentò casa dopo casa. Non trovò nemmeno uno spiraglio piccolo piccolo. Così arrivò alla povera capanna di Eliseo. Entrare là dentro era la cosa più facile che le fosse mai capitata. Scivolò nella stanza del vecchio, fiutò e rovistò, ma non trovò nulla, neanche una lisca di pesce o una crosta di formaggio. Sempre più nervoso, passò nella stalla dove vide l’asino. «Non ho mai visto un asino conciato peggio di te» disse.«Potrei contare tutte le tue ossa. Che razza di casa è questa che non danno da mangiare nemmeno all’asino? Perché non te ne vai?» Sdegnato, l’asino gli spiegò che mai e poi mai avrebbe abbandonato il suo padrone e che era pronto a morire con lui. Un pulcino di gabbiano Era una sera strana, perché Mimì fu toccato da tanta lealtà. Disse all’asino: «Tra bestie dobbiamo aiutarci. Poiché è la notte di Natale, andrò a rubare qualcosa per te…Ho visto un grosso fagotto di avena, in un aia…» Ma l’asino pensava solo al suo padrone. E cominciò a insistere: «Il mio padrone è più malandato di me, non ha più la forza di stare in piedi. E’ per lui che devi cacciare!» Mimì, felice di mostrare quanto era abile, partì ventre a terra e si gettò sulla prima preda che trovò. Arrivò dopo un po’, tutto soddisfatto con un grosso topo tra le zanne. «Questo per il tuo padrone». L’asino si infuriò. «Io sarò un asino, ma tu sei proprio un gatto babbeo! Gli uomini non mangiano i topi!» Mimì ripartì deluso. L’istinto gli suggerì di andare verso la costa. Difatti là trovò una preda facile facile: era un pulcino di gabbiano che pigolava appena nel nido. Stava per azzannarlo quando Liù, la madre del piccolo gabbiano, gli venne incontro e cominciò a supplicarlo: «Mimì, abbi pietà del mio piccolo! Non ha neanche imparato a volare. Se tu lo risparmi, ti assicuro che non me ne dimenticherò. Ti prometto che farò di tutto per aiutarti, tutto quello che vuoi…» Non era il genere di cose che piacevano a Mimì: in altre circostanze avrebbe divorato il piccolo e poi attaccato la madre, affamato com’era. Ma era la notte di Natale. Mimì risparmiò la vita al piccolo gabbiano e poi disse a Liù: «Parla a tutto lo stormo. Dovete fare una cosa per me». Liù non se lo fece dire due volte e ascoltò la proposta di Mimì. Un cenone straordinario Eliseo era triste e guardava le stelle che brillavano nel cielo sempre più scuro: Con gli occhi pieni di lacrime, pensava ai tanti Natali che aveva passato circondato dalle persone care, che ora non c’erano più. Accarezzò il muso dell’asino che gli stava accanto a condividere con lui dolore e nostalgia. Proprio in quel momento, con un tonfo improvviso, un pesce cadde dal cielo, poi un altro e un altro ancora. Piovevano pesci tutto intorno ad Eliseo e al suo asino. E dopo i pesci cominciarono a piovere chicchi di biada come se nevicasse e milioni di fili di foraggio profumato. Eliseo cominciò a piangere davvero, ma di gioia. Il piano di Mimì stava funzionando a meraviglia. Lo stormo dei gabbiani era in azione. Arrivavano a ondate, in file successive. «È il cenone di Natale che piove dal cielo!» esclamò Eliseo e l’asino ragliò. Furono in tre a gustare quello straordinario cenone di Natale: il più povero del villaggio, il più magro degli asini e il più brutto dei gatti. Ma da quella notte divennero i migliori amici del mondo. (Bruno FERRERO)
PROGETTO NATALIZIO
Se il racconto di don Bruno Ferrero è, naturalmente, irreale e i personaggi non sono mai esistiti, la stessa situazione di profonda povertà materiale è ancora oggi tremendamente vissuta da parte di molti giovani e bambini di quella stessa terra che, un tempo, fu di Gesù. Io, in Palestina, ci sono stato, per la prima volta nel mese di giugno di questo anno e, tra uno spettacolo e l’altro ho incontrato l’assistente del Nunzio apostolico, Padre Jacques Amateis, salesiano, che da tantissimi anni lavora con la popolazione di Betlemme e con i più giovani ha condiviso gioie e speranze, soprattutto nei periodi più grigi delle varie Intifadeh. Non poteva non nascere una collaborazione al fine di aiutarlo nel suo lavoro di sostegno a ragazzi giovani che vorrebbero continuare gli studi, ma non ne hanno le possibilità materiali, perché molto poveri.
La lettera di Padre Amateis, che riporto nella pagina seguente, ci parla di questo nuovo progetto di solidarietà a vantaggio di ragazzi giovani che chiedono unicamente di continuare a studiare, per creare, nella loro terra, possibilità di un domani di pace. Solo se crediamo alla pace e operiamo per la pace, saremo uomini di pace. Mago Sales
Lettera di padre Amateis alla Fondazione Mago Sales
Betlemme, 20 ottobre 2007
Carissimo Don Silvio, Ti ringrazio molto vivamente del tuo messaggio e-mail nel quale mi hai chiesto informazioni circa l’assistenza a giovani studenti, specialmente universitari. Oggi, in Palestina, su una popolazione totale di 4.011.078 vi sono 1.085,274 allievi nelle scuole elementari, medie e superiori. Non ho trovato statistiche circa il numero attuale di studenti nelle varie università palestinesi. So che l’Università cattolica di Betlemme ha circa 3.200 studenti. Le domande d’ammissione per l’anno scolastico in corso, 2007-2008, sono state 2.100, quando normalmente si aggirano sulle 500. Davanti a tante richieste la direzione dell’università cattolica ha fatto uno sforzo colossale accettando ben 700 nuovi studenti. Se studiare è un diritto dell’uomo moderno, bisogna dire che si tratta di un diritto strettamente legato al livello economico dell’individuo e della società nella quale vive. Il conflitto che affligge la nostra regione da mezzo secolo ha causato, soprattutto dopo la seconda intifadah scoppiata nell’ottobre del 2000, un catastrofico regresso economico le cui conseguenze si ripercuotono gravemente sulle famiglie e in modo particolare sull’educazione. Secondo le statistiche pubblicate su “This week in Palestine”, October 2007, p. 87, (www.thisweekinpalestine.com) il numero di persone che vivono sotto del livello di povertà nei Territori Palestinesi sono circa due milioni, cioè la metà della popolazione. Il tasso di disoccupazione attuale si aggira sul 35-40% ed il salario medio è di circa 1,200 shekels (= euro 220). In quest’arduo contesto socio-economico, sono particolarmente colpiti gli studenti universitari. Bisogna disporre di fondi necessari per l’affitto di un appartamentino, non sempre igienicamente in regola, condiviso con altri 3 o 4 studenti, oltre alle spese del vitto, le tasse accademiche, i libri, i trasporti ecc. Negli anni passati l’Arabia Saudita ha inviato dei sussidi alle Università a favore degli studenti. Altre associazioni hanno fatto prestiti a interesse zero. Tuttavia questo non è fatto su base regolare.Le università stesse, pur facendo delle agevolazioni, non possono oltrepassare certi limiti e, soprattutto non possono coprire le spese di alloggio, vitto, ecc.Nei Territori Palestinesi, una borsa di studio universitaria annuale che copre tutte le spese, cioè: 1) le tasse accademiche 2) le spese mensili di vitto e alloggio, 3) libri, 4) trasporti, è di circa 3.000 Euro al massimo. Devo tuttavia far notare che da parte mia, eccetto in alcuni casi, ho offerto un sussidio parziale, secondo le situazioni, invitando lo studente a contribuire personalmente alle sue spese. Quando ho bisogno d’informazioni su casi specifici, la Signora Gladys dell’ufficio contabilità dell’università di Betlemme mi da confidenzialmente le informazioni richieste.Una borsa di studio per uno studente del liceo o della nostra scuola tecnica di Betlemme è di circa 500 euro all’anno. La somma copre le tasse scolastiche. Ti sarei grato se la “Fondazione Mago Sales” potesse venire incontro ad alcuni studenti, con lo scopo di aiutarli a crescere e a per coltivare la speranza nei cuori di una generazione già ben provata. Mente ti ringrazio sentitamente e ti mando un cordiale saluto assicurandoti un ricordo presso la Grotta di Betlemme, con la speranza di poterti incontrare di nuovo presto in Terra Santa. P. Jacques Amateis, sdb
LA RICHIESTA
La nostra Fondazione ha promesso di aiutare l’opera di Padre Jacques, provvedendo, inizialmente, a offrire una borsa di studio a 10 nuovi giovani studenti, offrendo una borsa di studio di 1.500 euro ad ognuno di essi. Chiediamo quindi un aiuto a voi benefattori, per realizzare presto questo segno di speranza e di pace, nella terra che un tempo Dio scelse per vivere e annunciare “gloria in cielo e pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà.” Ognuno può contribuire, secondo la proprie necessità, perché questo nuovo progetto possa essere completato presto. Anche una piccola cifra, unita a quelle di tanti, può aiutarci a realizzare la promessa fatta ai giovani di quella terra che stà nel cuore di tanti di noi. Vi ricordiamo di scrivere sul bollettino postale o nel foglio del bonifico per la banca la seguente motivazione della vostra offerta: PROGETTO PALESTINA
Grazie e Buon Natale a tutti voi Don Silvio - Mago Sales