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IL VECCHIO, IL SUO ASINO E UN GATTO

Il vecchio e povero Eliseo viveva in una casetta diroccata insieme al suo asino, anche lui vecchio e un po’ spelacchiato. Eliseo non aveva più la forza di coltivare il suo orticello, che pure un tempo sostentava lui e la sua famiglia. Si contentava di raccogliere i pochi frutti e le olive che i suoi alberi generosi ancora gli regalavano e le rape e le fave che spontaneamente nascevano nel terreno un tempo ben coltivato. Il vecchio divideva tutto con il suo asino. La povera bestia amava il suo padrone e lo guardava con i suoi grandi occhi mansueti. Da molto tempo non era più legato dalla cavezza ed era libero di andare e venire, ma passava tutto il tempo nella minuscola stalla, dove nelle serate fredde si sedeva anche il vecchio Eliseo per dividere un po’ di calore con l’asino. Ogni mattina, Eliseo legava un’anfora sul dorso dell’asino, che trotterellando tutto solo, andava a riempirla ad una cascata del torrente dove un tempo c’era un mulino ad acqua e che sembrava essere fatta apposta per lui. Quando tornava pestava forte gli zoccoli sulla strada e ragliava sgraziato e gioioso per annunciare il suo arrivo. Togliendogli l’anfora dalla groppa, Eliseo lo accarezzava con le sue mani rugose. L’asino socchiudeva gli occhi e sbuffava leggermente dalle froge come facesse le fusa. Eliseo e il suo asino malgrado tutto erano felici di stare insieme. Tuttavia quando si avvicinò il Natale, dopo un pranzo a base di fogliame e radici, Eliseo, pieno di tristezza disse al suo asino  «Sei proprio sventurato ad avere un padrone malandato e misero come me. Questa notte sarà la Santa Notte di Natale e io non ho neanche una manciata di paglia e foglie secche da offrirti. Dovrai accontentarti di qualche radice dura e amara, come tutti i giorni della nostra povera vita. Faresti meglio ad andartene. Vai a cercarti un altro padrone, lascia stare me. Sei ancora robusto e sei sempre stato un gran lavoratore. Troverai certamente un padrone più giovane e più fortunato, che ti offrirà fieno e paglia e una stalla senza spifferi». Ma come sempre, l’asino guardò il vecchio padrone con i grossi occhi miti e gli strofinò affettuosamente il muso ruvido contro il petto. Il più terribile dei gatti Quella sera faceva il suo consueto giro di perlustrazione anche il gatto Mimì, che era il più brutto dei gatti della regione. Aveva la coda spelacchiata e il pelo arruffato, un orecchio mozzato e una cicatrice sul muso che gli dava un’aria piratesca. Era il gatto randagio che tutti conoscevano e temevano. Perché Mimì era il più rapido e il più astuto dei felini rapinatori. Sembrava nato per rubare. Rubava nelle capanne e nelle dimore dei ricchi, rubava al mercato e nelle cantine, nelle cucine delle osterie e delle case. Era il terrore delle massaie che lo inseguivano brandendo mestoli e scope, mentre gli uomini cercavano di farlo a pezzi con scuri e coltellacci. Si era bruciacchiato, ferito, contuso, ma niente gli aveva impedito di continuare a correre. Mimì, gatto ladro e cacciatore, perché anche topi e uccellini non erano mai al sicuro con lui. Per la notte di Natale, da tutte le case si diffondevano nell’aria profumi stuzzicanti che provenivano dalle tante delizie preparate per il cenone. E tutti, ma proprio tutti, montavano la guardia e tenevano porte e finestre ben chiuse per impedire a Mimì di piazzare uno dei suoi colpi. Mimì girava per le strade, rasente i muri, quasi invisibile, ma cominciava a innervosirsi. Per la prima volta sentiva i morsi della fame. Tentò casa dopo casa. Non trovò nemmeno uno spiraglio piccolo piccolo. Così arrivò alla povera capanna di Eliseo. Entrare là dentro era la cosa più facile che le fosse mai capitata. Scivolò nella stanza del vecchio, fiutò e rovistò, ma non trovò nulla, neanche una lisca di pesce o una crosta di formaggio. Sempre più nervoso, passò nella stalla dove vide l’asino. «Non ho mai visto un asino conciato peggio di te» disse.«Potrei contare tutte le tue ossa. Che razza di casa è questa che non danno da mangiare nemmeno all’asino? Perché non te ne vai?» Sdegnato, l’asino gli spiegò che mai e poi mai avrebbe abbandonato il suo padrone e che era pronto a morire con lui. Un pulcino di gabbiano Era una sera strana, perché Mimì fu toccato da tanta lealtà. Disse all’asino: «Tra bestie dobbiamo aiutarci. Poiché è la notte di Natale, andrò a rubare qualcosa per te…Ho visto un grosso fagotto di avena, in un aia…» Ma l’asino pensava solo al suo padrone. E cominciò a insistere: «Il mio padrone è più malandato di me, non ha più la forza di stare in piedi. E’ per lui che devi cacciare!» Mimì, felice di mostrare quanto era abile, partì ventre a terra e si gettò sulla prima preda che trovò. Arrivò dopo un po’, tutto soddisfatto con un grosso topo tra le zanne. «Questo per il tuo padrone». L’asino si infuriò. «Io sarò un asino, ma tu sei proprio un gatto babbeo! Gli uomini non mangiano i topi!» Mimì ripartì deluso. L’istinto gli suggerì di andare verso la costa. Difatti là trovò una preda facile facile: era un pulcino di gabbiano che pigolava appena nel nido. Stava per azzannarlo quando Liù, la madre del piccolo gabbiano, gli venne incontro e cominciò a supplicarlo: «Mimì, abbi pietà del mio piccolo! Non ha neanche imparato a volare. Se tu lo risparmi, ti assicuro che non me ne dimenticherò. Ti prometto che farò di tutto per aiutarti, tutto quello che vuoi…» Non era il genere di cose che piacevano a Mimì: in altre circostanze avrebbe divorato il piccolo e poi attaccato la madre, affamato com’era. Ma era la notte di Natale. Mimì risparmiò la vita al piccolo gabbiano e poi disse a Liù: «Parla a tutto lo stormo. Dovete fare una cosa per me». Liù non se lo fece dire due volte e ascoltò la proposta di Mimì. Un cenone straordinario Eliseo era triste e guardava le stelle che brillavano nel cielo sempre più scuro: Con gli occhi pieni di lacrime, pensava ai tanti Natali che aveva passato circondato dalle persone care, che ora non c’erano più. Accarezzò il muso dell’asino che gli stava accanto a condividere con lui dolore e nostalgia. Proprio in quel momento, con un tonfo improvviso, un pesce cadde dal cielo, poi un altro e un altro ancora. Piovevano pesci tutto intorno ad Eliseo e al suo asino. E dopo i pesci cominciarono a piovere chicchi di biada come se nevicasse e milioni di fili di foraggio profumato. Eliseo cominciò a piangere davvero, ma di gioia. Il piano di Mimì stava funzionando a meraviglia. Lo stormo dei gabbiani era in azione. Arrivavano a ondate, in file successive. «È il cenone di Natale che piove dal cielo!» esclamò Eliseo e l’asino ragliò. Furono in tre a gustare quello straordinario cenone di Natale: il più povero del villaggio, il più magro degli asini e il più brutto dei gatti. Ma da quella notte divennero i migliori amici del mondo. (Bruno FERRERO)

PROGETTO NATALIZIO

Se il racconto di don Bruno Ferrero è, naturalmente, irreale e i personaggi non sono mai esistiti, la stessa situazione di profonda povertà materiale è ancora oggi tremendamente vissuta da parte di molti giovani e bambini di quella stessa terra che, un tempo, fu di Gesù. Io, in Palestina, ci sono stato, per la prima volta nel mese di giugno di questo anno e, tra uno spettacolo e l’altro ho incontrato l’assistente del Nunzio apostolico, Padre Jacques Amateis, salesiano, che da tantissimi anni lavora con la popolazione di Betlemme e con i più giovani ha condiviso gioie e speranze, soprattutto nei periodi più grigi delle varie Intifadeh. Non poteva non nascere una collaborazione al fine di aiutarlo nel suo lavoro di sostegno a ragazzi giovani che vorrebbero continuare gli studi, ma non ne hanno le possibilità materiali, perché molto poveri.

La lettera di Padre Amateis, che riporto nella pagina seguente, ci parla di questo nuovo progetto di solidarietà a vantaggio di ragazzi giovani che chiedono unicamente di continuare a studiare, per creare, nella loro terra, possibilità di un domani di pace. Solo se crediamo alla pace e operiamo per la pace, saremo uomini di pace. Mago Sales

Lettera di padre Amateis alla Fondazione Mago Sales

Betlemme, 20 ottobre 2007

Carissimo Don Silvio, Ti ringrazio molto vivamente del tuo messaggio e-mail nel quale mi hai chiesto informazioni circa l’assistenza a giovani studenti, specialmente universitari. Oggi, in Palestina, su una popolazione totale di 4.011.078 vi sono 1.085,274 allievi nelle scuole elementari, medie e superiori. Non ho trovato statistiche circa il numero attuale di studenti nelle varie università palestinesi. So che l’Università cattolica di Betlemme ha circa 3.200 studenti. Le domande d’ammissione per l’anno scolastico in corso, 2007-2008, sono state 2.100, quando normalmente si aggirano sulle 500. Davanti a tante richieste la direzione dell’università cattolica ha fatto uno sforzo colossale accettando ben 700 nuovi studenti. Se studiare è un diritto dell’uomo moderno, bisogna dire che si tratta di un diritto strettamente legato al livello economico dell’individuo e della società nella quale vive. Il conflitto che affligge la nostra regione da mezzo secolo ha causato, soprattutto dopo la seconda intifadah scoppiata nell’ottobre del 2000, un catastrofico regresso economico le cui conseguenze si ripercuotono gravemente sulle famiglie e in modo particolare sull’educazione. Secondo le statistiche pubblicate su “This week in Palestine”, October 2007, p. 87, (www.thisweekinpalestine.com) il numero di persone che vivono sotto del livello di povertà nei Territori Palestinesi sono circa due milioni, cioè la metà della popolazione. Il tasso di disoccupazione attuale si aggira sul 35-40% ed il salario medio è di circa 1,200 shekels (= euro 220). In quest’arduo contesto socio-economico, sono particolarmente colpiti gli studenti universitari. Bisogna disporre di fondi necessari per l’affitto di un appartamentino, non sempre igienicamente in regola, condiviso con altri 3 o 4 studenti, oltre alle spese del vitto, le tasse accademiche, i libri, i trasporti ecc. Negli anni passati l’Arabia Saudita ha inviato dei sussidi alle Università a favore degli studenti. Altre associazioni hanno fatto prestiti a interesse zero. Tuttavia questo non è fatto su base regolare.Le università stesse, pur facendo delle agevolazioni, non possono oltrepassare certi limiti e, soprattutto non possono coprire le spese di alloggio, vitto, ecc.Nei Territori Palestinesi, una borsa di studio universitaria annuale che copre tutte le spese, cioè: 1) le tasse accademiche 2) le spese mensili di vitto e alloggio, 3) libri, 4) trasporti, è di circa 3.000 Euro al massimo. Devo tuttavia far notare che da parte mia, eccetto in alcuni casi, ho offerto un sussidio parziale, secondo le situazioni, invitando lo studente a contribuire personalmente alle sue spese. Quando ho bisogno d’informazioni su casi specifici, la Signora Gladys dell’ufficio contabilità dell’università di Betlemme mi da confidenzialmente le informazioni richieste.Una borsa di studio per uno studente del liceo o della nostra scuola tecnica di Betlemme è di circa 500 euro all’anno. La somma copre le tasse scolastiche. Ti sarei grato se la “Fondazione Mago Sales” potesse venire incontro ad alcuni studenti, con lo scopo di aiutarli a crescere e a per coltivare la speranza nei cuori di una generazione già ben provata. Mente ti ringrazio sentitamente e ti mando un cordiale saluto assicurandoti un ricordo presso la Grotta di Betlemme, con la speranza di poterti incontrare di nuovo presto in Terra Santa. P. Jacques Amateis, sdb

LA RICHIESTA

La nostra Fondazione ha promesso di aiutare l’opera di Padre Jacques, provvedendo, inizialmente, a offrire una borsa di studio a 10 nuovi giovani studenti, offrendo una borsa di studio di 1.500 euro ad ognuno di essi. Chiediamo quindi un aiuto a voi benefattori, per realizzare presto questo segno di speranza e di pace, nella terra che un tempo Dio scelse per vivere e annunciare “gloria in cielo e pace in terra a tutti gli uomini di buona volontà.” Ognuno può contribuire, secondo la proprie necessità, perché questo nuovo progetto possa essere completato presto. Anche una piccola cifra, unita a quelle di tanti, può aiutarci a realizzare la promessa fatta ai giovani di quella terra che stà nel cuore di tanti di noi. Vi ricordiamo di scrivere sul bollettino postale o nel foglio del bonifico per la banca la seguente motivazione della vostra offerta: PROGETTO PALESTINA

Grazie e Buon Natale a tutti voi Don Silvio - Mago Sales

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